Le sette poltrone intagliate e dorate con sedile e schienale sagomati, rivestiti in velluto rosso, appartengono alla stessa serie delle sei ora nella Sala Rossa, in cui si celebrano i matrimoni civili, al primo piano.
A queste sono accostati due sgabelli allungati, anch'essi rivestiti in velluto rosso, ma di fattura diversa, con gambe arcuate, unite da volute disposte a crociera, raccordate da un sostegno centrale.
Si osservano inoltre due poltroncine in stile neoclassico, similmente in velluto rosso, con gambe scanalate, sedile e schienale arrotondati (della stessa serie delle quattro esposte in sala 14).
Le cinque consoles in legno scolpito e dorato, con gambe mosse e piano sagomato, testimoniano il gusto rococò bolognese, spesso influenzato dai coevi modelli romani. La prima e la terza presentano una fascia traforata a motivi floreali e foglie d’acanto, con al centro una testina femminile; nella seconda, le quattro gambe sono collegate da traverse formate da ricche volute che sorreggono al centro un vaso intagliato (al cui interno è lo stemma di Napoleone).
All'ingresso della galleria si trova un prezioso leggio in legno intagliato e dorato, opera di un ebanista originario di Parma, detto "Il Parmegiano”, attivo nei primi decenni del Settecento. Esso proviene dalla sala del capitolo del monastero della Certosa di Bologna, oggi cimitero comunale, dedicato a San Gerolamo. Alla base sono collocati i consueti attributi iconografici del santo (teschio, leone, cappello cardinalizio, libro e croce).