Donato Creti (Cremona, 1671 - Bologna, 1749)
La Prudenza, 1719/1721 ca.
olio su rame; inv. P 31
acquisizione: eredità Collina Sbaraglia al Senato, 1744
In questa sorprendente composizione Creti ha in qualche modo variato l’iconografia tradizionale della Prudenza per creare una memorabile contrapposizione di attributi.
Tradizionalmente l'allegoria della Prudenza indossa un elmo d'oro cinto da una corona di gelso. Qui, al contrario, l'elmo, poggiato a terra, diviene pretesto per un eccezionale saggio di bravura in contrapposizione con una vanitas più discreta nello sfondo, costituita dal libro e dall'urna fumante con il collo avvolto in collane di perle, allusione alla transitorietà dei beni terreni.
Con una mano tesa la Prudenza indica il suo attributo tradizionale, uno specchio, grazie al quale l’uomo prudente previene, prevedendolo, l’avvenire, mentre con l’altra tiene un teschio, simbolo della umana mortalità.
Nella pittura di Creti i panneggi hanno una tale importanza da assumere una vita propria, soprattutto in questo dipinto, dove il drappeggio blu forma una sorta di armonioso geroglifico.