Donato Creti (Cremona, 1671 - Bologna, 1749)
Achille affidato a Chirone, 1714 ca.
olio su tela; inv. P 38
acquisizione: eredità Collina Sbaraglia al Senato, 1744
Le ancelle di Teti affidano Achille fanciullo al centauro Chirone perché lo educhi.
Chirone era particolarmente abile nella musica e nella chirurgia ed era già stato maestro di Ercole e di Giasone.
Secondo il biografo di Creti, Giovan Pietro Zanotti, il putto alato o genio “...eccita (Achille), e l’accompagna”. Zanotti ammirava in modo particolare la figura seminuda in primo piano, dalla posa e dai lineamenti delicatamente illuminati, davvero magnificamente concepita.
La figura incatenata nello sfondo potrebbe essere Prometeo (per la cui libertà Chirone sacrificò la sua vita) o Peleo, che era stato incatenato ad una roccia prima di sposare Teti.
Più che il disegno il punto di forza di questo dipinto è il colore che modella e descrive i corpi e gli avvolgimenti delle pieghe e dei panneggi. La gamma cromatica ricca e bilanciata è costruita con pochi colori base, accuratamente distribuiti nelle pennellate, armonizzando così figure e paesaggio.
Ogni figura è rifinita in rapporto alla sua importanza e al suo ruolo nella scena. Il Genio di Achille, per esempio, appare rifinito meticolosamente ed è fortemente tridimensionale.