Collezioni Comunali d’Arte

Le Collezioni Comunali d’Arte occupano una parte del secondo piano del Palazzo del Comune, noto anche come Palazzo d’Accursio dall’originaria proprietà di alcune delle case, che furono acquisite dal Comune di Bologna nel Medioevo per costruire l’immobile.
La splendida vista su Piazza Maggiore permette di apprezzare i diversi edifici che si affacciano sul cuore antico della città: la basilica di San Petronio, il palazzo del Podestà con la possente torre dell’Arengo, il pazzo dei Banchi e quello dei Notai.
Il visitatore viene immediatamente accolto dall’ampio volume della Sala Regia o Sala Farnese dal nome del cardinale Girolamo, che la volle decorata in onore del pontefice Paolo III.
Alle pareti un gruppo di artisti, coordinati dal pittore Carlo Cignani, rappresentò episodi significativi della storia di Bologna, immaginati come dipinti appesi alle pareti entro cornici dorate.
Tra i più celebri nella storia non solo cittadina, ma europea, possiamo ricordare, a sinistra di chi entra, I Crociati Bolognesi benedetti dal papa Urbano II prima della partenza, Il re di Francia Francesco I impone le mani agli ammalati di scrofola bolognesi durante la sua visita del 1516 (a destra dell’ingresso) e infine, a lato della porta delle Collezioni Comunali, L’Incoronazione di Carlo V, che ebbe luogo a Bologna nel 1530.

La parete di fondo della sala, un tempo occupata dalla statua di papa Paolo III, ospita oggi quella di Alessandro VII, opera del senese Dorastante Dosio e proveniente dalla prima sala delle Collezioni Comunali, la Sala degli Svizzeri.
Percorrendo la Sala Farnese, si apre a destra la Cappella Farnese, solenne costruzione per le cerimonie religiose pubbliche all’interno del Palazzo. Essa conserva il ricco fregio in stucco dorato cinquecentesco e una parte degli affreschi dipinti nel 1567 dal pittore bolognese Prospero Fontana.
Gli affreschi raffigurano episodi della vita della Vergine tra cui, sulla parte di fondo, l’Assunzione, sulle pareti di sinistra la Presentazione della Vergine al tempio e la sua Nascita, su quella di destra la Presentazione di Cristo al tempio e la Visitazione. In controfacciata è dipinta l’Annunciazione.
Lo stato di conservazione dei dipinti è dovuto alla trasformazione di questo ambiente in archivio comunale, che comportò la collocazione di scaffalature per la conservazione dei documenti contro le pareti.

In questa cappella Carlo V fu incoronato nel 1530 Re d’Italia, prima di recarsi in San Petronio a ricevere la corona di Imperatore. Sulla sinistra il grande dipinto con il Compianto su Cristo morto originariamente realizzato per il Duomo di Milano è opera tarda di Federico Barocci.

Le Collezioni Comunali d’Arte occupano una serie di ambienti del secondo piano del Palazzo comunale, fino al 1930 sede degli uffici della Prefettura. Dopo un accurato restauro diretto dall’ingegner Guido Zucchini, che riportò in luce soffitti cassettonati, affreschi e statue (1933-34), i locali recuperati vennero destinati alle esposizioni temporanee.
La prima di queste fu la Mostra del Settecento bolognese organizzata dallo stesso Zucchini nel 1935.
La mostra fu l’occasione per esporre al pubblico, oltre a pezzi provenienti da collezioni private, opere di proprietà comunale che erano state fino a quel momento oggetti di arredo di uffici o peggio chiuse nei magazzini.
Mobili, dipinti, sculture di epoche diverse, in alcuni casi di altissima qualità, donati al Comune di Bologna da privati di nobili famiglie o artisti, vennero riscoperti in questa occasione e collocati nelle sale degli appartamenti un tempi abitati dal Legato pontificio.

Alla chiusura della mostra Zucchini si adoperò per trasformare l’allestimento in una realtà stabile. Aprivano così, nell’ottobre del 1936, le Collezioni Comunali d’Arte delle quali nel 1938 Zucchini pubblicava il catalogo. Chiuse poco tempo dopo per gli eventi bellici le Collezioni riaprirono solo nel 1951 con notevoli difficoltà.
Tra chiusure e riaperture il museo ha iniziato una nuova stagione negli anni ‘90, culminato nel 2002 con il nuovo allestimento delle sale 5-10 e con l’apertura delle sale 19 e 20 dedicate a Pelagio Palagi (2004).

Il museo occupa attualmente 22 sale per una superficie totale di circa 2500 mq. I magnifici ambienti sono in parte quelli che componevano l’appartamento invernale del cardinale legato, il rappresentante a Bologna del pontefice.
Seconda città dello Stato Pontificio, con il ruolo di ideale capitale del nord, Bologna fu governata fin dal Tardo Medioevo con il sistema del Governo Misto, destinato a durare fino al 1796, all’arrivo delle truppe di Napoleone Bonaparte.
Tale sistema di governo si componeva di due organi: il Senato, composto dai primogeniti delle più nobili famiglie, e il legato pontificio, inviato da Roma periodicamente a rappresentare il papa.
I membri del Senato occupavano il piano nobile del palazzo, dove anche oggi si trovano in parte gli organi del governo locale, mentre il Legato aveva il suo appartamento al secondo piano.
Le stanze destinate ad impressionare i visitatori con il loro splendore e sfarzo si susseguono in una solenne successione di spazi.
Dall’anticamera degli Svizzeri, che prende il nome dalla guardia pontificia che accompagnava il legato nella sua missione, si passa attraverso quella dei Cavalleggeri, per giungere allo spazio luminoso della Galleria vidoniana con l’impressionante serie di dipinti di Donato Creti e con le candide statue neoclassiche. Le sale dalla 5 alla 10 sono allestite come una pinacoteca a se stante dove i dipinti sono disposti per epoche successive.

Ispirata ad un appartamento aristocratico è la sequenza delle sale Rusconi che prendono il nome da un collezionista che donò al Comune la sua ricca raccolta nel 1930.
Gli ambienti con cassettoni cinquecenteschi si alternano a quelli decorati alla fine del Settecento, in stile già decisamente neoclassico. Conclude la sequenza la “Boschereccia”, una stanza dalle pareti affrescate con scene paesaggistiche secondo un gusto molto in voga alla fine del XVIII secolo.

Nelle sale 19 e 20, entro un ambiente volutamente ambientato secondo il gusto neoclassico delle decorazioni pittoriche, sono collocate le opere di Pelagio Palagi, pittore, collezionista, designer di gusto internazionale di cui le opere esposte ripercorrono le tappe della formazione tra Bologna, Milano e Roma, fino all’approdo a Torino, alla corte di Carlo Alberto di Savoia, dove Palagi esercitò una forte influenza.

Il percorso si conclude con la sala 3, dedicata alla Bologna di fine Ottocento, tra le ristrutturazioni neomedievali del Comitato per Bologna Storica e Artistica, di cui sono esposti i progetti, e i merletti della manifattura Aemilia Ars, creata nell’entourage di Alfonso Rubbiani e degli artisti a lui più vicini.
In questa sala sono anche esposti gli automi scolpiti in legno provenienti dal carosello dalla torre dell’orologio del palazzo comunale, che fino al Settecento sfilavano davanti ad una statua della Madonna col Bambino.

Il museo ospita alcune opere davvero straordinarie per la storia dell’arte italiana ed europea come il Gonfaloniere di Artemisia Gentileschi o la Ruth di Francesco Hayez, la Maddalena di Luca Signorelli, il Ritratto di senatore di Jacopo Tintoretto e quello dello scultore Cincinnato Baruzzi del pittore realista russo Karl Brullov.
Alle pareti della Sala Vidoniana sono appese le 21 opere di Donato Creti che compongono la serie più omogenea e completa di dipinti di questo raffinato artista della scuola bolognese del XVIII secolo.
Significative presenze della scuola bolognese sono anche la Santa Caterina di Ludovico Carracci, il Ritratto del cardinal Prospero Lambertini e i Due Santi in estasi di Giuseppe Maria Crespi e la Madonna del latte di Amico Aspertini.

Collezioni di particolare interesse per gli specialisti sono la ricca raccolta di miniature dal Sei all’Ottocento, quella di ceramiche, attualmente in deposito per motivi si spazio, e la raccolta di lavori di merletto e ricamo Aemilia Ars, esposti a rotazione nella sala 3.

Le Collezioni Comunali sono un museo strettamente legato alla città di Bologna, alla sua storia politica ed amministrativa, a famiglie e a uomini illustri tra i collezionisti e gli artisti.
La bellezza degli ambienti, lo splendore delle viste che si gustano dalle sue finestre, il pregio delle opere esposte ne fanno un luogo irrinunciabile per un visitatore curioso alla scoperta della città, turista o bolognese alla ricerca del suo passato e delle sue tradizioni.