Il Settecento
Bozzetti e memorie. I Gandolfi

Questa sala raccoglie un nucleo assai cospicuo di dipinti settecenteschi delle Collezioni Comunali.
Sulla parete sinistra sono appesi dipinti di piccolo formato. Tre sono bozzetti per opere di maggiori dimensioni destinate a chiese cittadine e tuttora esistenti.
La Maddalena di Felice Giani si pone al passaggio di secolo, dove tramonta il gusto barocco e sorge quello neoclassico.
La parete di fondo ospita dipinti di Ubaldo e di Gaetano Gandolfi, i maggiori rappresentanti del secondo Settecento bolognese. Grazie ai viaggi di studio a Venezia introdussero nella cultura artistica cittadina una ventata di rinnovamento, ben visibile nella morbida e fluida pennellata e in originali sperimentazioni iconografiche.
Un'altra parete dedicata ai "pensieri" per dipinti più grandi è quella al lato della finestra; essa ricorda l'attività dell'Accademia Clementina, dove si perpetuava la tradizione dei Carracci e di Guido Reni attraverso l'insegnamento istituzionalizzato.
Vi compaiono telette di Filippo Pedrini, uno degli epigoni della scuola bolognese del Settecento esponente dell'Accademia Clementina.
Il dipinto di Pietro Fancelli con la Morte di Virginia vinse il Premio Curlandese, la più alta onorificenza che l'Accademia metteva in palio per stimolare i giovani allievi.

Pittura sacra e ritrattistica Sono riuniti su una stessa parete tre dipinti del pittore savoiardo Francesco L'Ange, lungamente vissuto e morto a Bologna.
Dalle due raffinate grisailles con storie del Vecchio Testamento è possibile evincere la sua personalità, debitrice all'apprendistato bolognese ma ancora carica di retaggi nordici.
Ai dipinti è accostato l'Autoritratto del pittore che nella sua modestia consente al visitatore di trovarsi faccia a faccia con l'autore, soddisfacendo una legittima curiosità. Sulla stessa parete compare la Pietà di Jacopo Alessandro Calvi, rappresentante significativo della pittura e della critica d'arte della fine del Settecento a Bologna,   capace di risultati di grande raffinatezza formale.
La ritrattistica settecentesca  a Bologna vanta esecutori garbati e rappresentativi come Luigi Crespi, allievo del padre Giuseppe Maria, e Angelo Crescimbeni. Nei loro dipinti, di lucida e quasi documentaria esecuzione, emerge un'attenzione che va oltre Bologna, aprendosi alle suggestioni veneziane ed europee.Il soffitto, risalente come  le sale precedenti al momento dell'arrivo a Bologna dei Francesi (1796), mostra una decorazione di gusto esotico attribuita al quadraturisa Serafino Barozzi (m. 1810) con la collaborazione dell'ornatista Francesco Santini (m. 1840).